AI is in the air. L’intelligenza artificiale come commodity

L'intelligenza artificiale tende a diffondersi negli oggetti e negli ambienti quotidiani e a rendersi invisibile: sono i segnali di un processo di "commoditizzazione" dell'intelligenza artificiale, per cui il valore si sposta dall'intelligenza artificiale in quanto tale ai servizi che questa abilita.

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Indice

Paul Klee, Nuvole su Bor (fonte: WikiArt).

Dallo schermo all’aria: l’intelligenza artificiale (AI) tende a diffondersi ovunque. È un fenomeno che abbiamo già visto e continuiamo a vedere per internet e il digitale in genere: internet of things, ubiquitous computing, fusione di fisico e digitale. È plausibile immaginare che lo stesso avverrà con la AI, i segnali ci sono già.

Certo, gli attuali dispositivi di intelligenza artificiale come il Rabbit R1 sono limitati, e interagire con essi è spesso frustrante. Tuttavia, l’evoluzione verso un’intelligenza su richiesta disponibile ovunque sembra già in atto. Ethan Mollick, professore all’università della Pennsylvania, autore della newsletter One Useful Thing sulle implicazioni sociali della AI, ha coniato la definizione “Intelligence in the air” che ho ripreso nel mio titolo.

Assistiamo insomma a una commoditizzazione dell’intelligenza artificiale.

AI come nuova commodity

Con commodity o materia prima si intende un bene indifferenziato che serve come base per la produzione dei prodotti e dei servizi; ne sono un esempio il caffè, il rame, l’energia elettrica.

L’intelligenza artificiale si trasforma in una nuova commodity nella misura in cui il valore si sposta dalla AI in quanto tale verso i servizi che questa abilita. La AI diventa cioè una piattaforma su cui costruire prodotti e servizi più evoluti: sistemi ubiqui di riconoscimento e ricerca, assistenti personali ecc. Questo tipo di tecnologie-commodity hanno 3 caratteristiche distintive; sono:

  1. pervasive: riguardano la maggior parte dei settori industriali
  2. rapide: evolvono molto velocemente (pensiamo al balzo avvenuto in meno di un anno da GPT-3.5 a GPT-4o)
  3. complementari: generano innovazioni aggiuntive che sono in sinergia con la tecnologia di base (Jakob Nielsen, AI As General-Purpose Tech).

Impatto sulla UX

La commoditizzazione dell’intelligenza artificiale fa sì che questa funzioni come un collante o connettore non solo fra applicazioni e dispositivi ma anche fra intere sfere dell’esperienza. Dal punto di vista dell’esperienza, il suo valore aumenta nella misura in cui rende più fluide le nostre azioni, anche quando ci spostiamo da un “ambiente” a un altro. L’AI diventa in questo senso invisibile: non la percepiamo più in quanto tale ma ne sperimentiamo gli effetti: la capacità di ridurre frizioni e creare connessioni.

Esempi

Rabbit R1

Rabbit R1 è un assistente personale, presentato come “pocket companion”. Ha la forma di un gadget portatile con cui si interagisce principalmente attraverso comandi vocali; possiede svariate funzioni che si ritrovano tuttavia anche negli smartphone dotati di intelligenza artificiale, come funzioni di ricerca avanzate, traduzione simultanea ecc.

La novità rispetto agli smartphone è l’assenza di app; grazie all’intelligenza artificiale, è il sistema operativo a interagire con le app e i servizi digitali per conto dell’utente. Anche se con molti limiti in termini di utilità reale e usabilità, il Rabbit R1 incarna un paradigma innovativo: liquefa la distinzione fra app e sistema operativo rendendo più fluida l’esperienza.

Friend

Friend è un dispositivo simile a un ciondolo che si appende al collo e utilizza l’intelligenza artificiale per avviare conversazioni e offrire supporto emotivo. Il dispositivo è sempre in ascolto e può inviare messaggi in modo proattivo in base al contesto di chi lo indossa. L’input avviene mediante la voce, mentre l’output (la risposta di Friend) avviene sul telefono. Anche in questo caso l’utilità e l’usabilità possono essere discutibili, dato che è necessario il telefono. Ma ciò che conta è il tentativo di “liberare” l’intelligenza artificiale, diffonderla oltre i dispositivi con schermo che già conosciamo.

T Phone

T Phone è uno smartphone di Deutsche Telekom privo di app. Come nel Rabbit R1, anche qui la AI rimpiazza le innumerevoli app che normalmente sono installate nel nostro smartphone: l’obiettivo è ridurre l’attrito e rendere più fluida la nostra interazione con lo smartphone. Non siamo più costretti a pensare in termini di app ma solo in termini di obiettivi. La AI diventa invisibile, agisce in background e discioglie il concetto di app.

Bach is in the air

Bach is in the air è il titolo di un disco e di una serie di concerti di Rahmin Barhami e Danilo Rea. Bahrami, uno dei maggiori interpreti di Bach, esegue Bach in versione originale (per così dire), mentre Rea in contemporanea vi costruisce sopra delicate variazioni-improvvisazioni. L’idea è espandere la musica di Bach, costruirvi sopra, creare un ponte fra musica classica e jazz: giocando lo stesso gioco di Bach (e del jazz): quello del contrappunto e della variazione.

Riferimenti