Designer in gioco

Quattro donne designer, complice la quarantena, hanno creato un gioco che sfrutta il metodo del design thinking, ma che è anche un gioco per apprendere il design thinking.

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Metti quattro signore (così si definiscono le autrici) che, costrette a casa dalla quarantena, decidono di mettersi in gioco. E che insoddisfatte dei soliti giochi, decidono di inventarne uno tutto loro. Ora, si dà il caso che le quattro “signore” siano designer d’eccezione, che fra echi letterari, design thinking e user experience design hanno creato un piccolo capolavoro. E, si sa, il gioco è un affare serissimo: “esa grave ocupación que es jugar cuando se buscan otras puertas” – ci ricorda Julio Cortázar.

Ma gli agganci sono innumerevoli. C’è il Decameron, dove i giovani protagonisti, per sfuggire alla peste, si trattengono fuori da Firenze e passano il tempo a raccontarsi novelle. C’è l’Orlando Furioso – l’originale e la sua cover, ovvero il Castello dei destini incrociati. E la lista potrebbe continuare fino a divenire vertiginosa: in effetti c’è anche un po’ di Umberto Eco.

Sì, perché in questo gioco ci sono delle carte – che ricordano tanto i tarocchi – e delle parole, e delle combinazioni che generano un gioco. Anzi, più giochi insieme, perché ogni gioco si può giocare entrando da una porta diversa: quella delle carte, quella delle parole, quella delle fasi di un progetto di design.

Designer in gioco
Designer in gioco: il sito web.
Designer in gioco
Designer in gioco: il gioco in scatola.

Dicevamo delle quattro signore, che sono delle designer. Ma non delle designer qualunque: sono, ciascuna nel proprio campo, delle vere e proprie paladine – tanto per restare in tema letterario. C’è chi “gioca” con le parole, chi le parole le dispone in forma di mappa; chi dà forma grafica a parole e concetti, chi progetta esperienze. Sono Luisa Carrada, Roberta Buzzacchino, Marzia Bianchi, Cristina Lavazza. Ecco, il gioco che le quattro paladine hanno progettato fonde parole, percorsi, relazioni in un’esperienza unica.

Un gioco sul design thinking ma anche design thinking in gioco. Un gioco in cui ciascuno può trovare la sua strada. Si può giocare per apprendere il design thinking, si può usare il design thinking per giocare; si può usare il gioco per cercare nuove ispirazioni, o per dare una svolta imprevista alla propria vita.

In tutti i mestieri c’è il design.
Nel design ci sono tutti i mestieri.
Un serissimo divertissement alla ricerca del tuo sé professionale.

Così recita il claim di Designer in gioco. E allora, giunti a questo punto, non resta che augurarvi buona partita!


PS. Potreste accompagnare la partita mettendo in sottofondo Rayuela dei Gotan Project, o Bach se vi piace più la classica – ché Bach di giochi se ne intendeva. E magari tenendo sul tavolo i Tarocchi magici e cavallereschi di Marcello Simoni, da aprire a caso nei momenti di pausa.