Classificazione, mente e architettura dell’informazione
Qual è il modo più efficace di organizzare l'informazione? Ma soprattutto, esiste un modo migliore di altri? I processi di categorizzazione e di formazione dei concetti rispondono a queste domande: mente e organizzazione dell'informazione sono strettamente intrecciate.
Lettura: 2 minuti
Come organizziamo le informazioni nella nostra mente? Qual è la logica di funzionamento della mente umana in termini di organizazione della conoscenza? La nostra mente è gerarchica o associativa; predilige gli alberi o i grafi non alberi; classificazioni di tipo gerarchico-enumerative o sintetiche? Ho deciso di raccogliere qui una selezione di testi introduttivi sul tema della catrgorizzazione.
La maggior parte delle persone ha familiarità con le gerarchie in ambito aziendale o familiare, ma le gerarchie non sono concetti naturali per la gran parte di noi quando si tratta di memorizzare e recuperare informazioni arbitrarie (Cooper et al., About Face).
Molti studi sembrano confermare l’idea di una mente associativa, a grafo, organizzata per prototipi e fuochi. È giunta quindi l’ora di buttare a mare le gerarchie? Non è così semplice. Da una parte molti software e siti attuali vanno senza dubbio in questa direzione. Ma è anche vero che – soprattutto gli informatici e i navigatori più esperti – sono ormai assuefatti alle gerarchie (da decenni di informatica tradizionale). E allora ci può essere il rischio non remoto di buttar via, per così dire, il bambino insieme all’acqua sporca.
Modelli multipli
Gli studi più recenti sui processi di categorizzazione suggeriscono che probabilmente non esiste un modello prevalente: il nostro cervello adotta più modelli, selezionando di volta in volta quello più adatto alla situazione. Ognuno dei modelli di categorizzazione via via proposti cattura solo alcuni aspetti del processo di categorizzazione; ma nessun modello sembra capace di spiegarne esaustivamente il funzionamento.
Dopo decenni di proposte, esperimenti ed articoli, nessuno dei modelli e delle teorie sembra prevalere nettamente sugli altri. Ecco che inizia a farsi strada l’ipotesi che ognuno dei modelli catturi degli aspetti importanti della categorizzazione e che l’attenzione dei ricercatori dovrebbe concentrarsi sui contesti in cui le differenti strategie sembrano essere avvantaggiate (Ashby and Maddox, 2005; Medin and Rips, 2005). Vi sono sia ricerche empiriche sia modelli teorici che tendono ad assumere la necessità di prevedere meccanismi multipli di categorizzazione.
[…] A sostegno dell’ipotesi che vi siano almeno due meccanismi soggiacenti la categorizzazione, quello basato sulle regole e quello sui confini decisionali, vi sono delle evidenze nell’ambito delle neuroscienze e della neuropsicologia clinica. Secondo Ashby and Spiering (2004); Ashby and Maddox (2005) gli individui utilizzano differenti modalità di categorizzazione in compiti diversi, e di volta in volta coinvolgendo aree cerebrali differenti (Stefano Bussolon, Categorizzazione on line: aspetti teorici, metodologici ed applicativi, pp. 24-25).
Articoli
- Categorizzazione on line: aspetti teorici, metodologici ed applicativi – Una rassegna dei principali modelli di categorizzazione e formazione dei concetti; come la nostra mente organizza il mondo (pp. 7-27). Una versione più sintetica è contenuta nella dispensa del corso di Interazione persona-macchina (pp. 85-90)
- Lakoff’s Women, Fire & Dangerous Things – What every IA should know
Libri
Sorting Things Out. Classification and Its Consequences. Il libro mostra come la concezione del mondo plasmi ogni forma di classificazione e come la classificazione a sua volta retroagisca sul nostro modo di vedere la realtà.