‘La famiglia Lista’. Di classificazione, innovazione e etica
Una famiglia dove tutti fanno liste, un libro illustrato denso di poesia, un apologo per chiunque organizza informazioni. L'introduzione a questo articolo non poteva che essere in forma di lista.
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La famiglia Lista

A casa Liszt tutti fanno liste, persino il gatto. Liste normalissime, come le cose da fare; e liste stranissime, come le malattie terribili, gli amici e i nemici, le cose divertenti. Dai Liszt, spuntano liste ovunque: è il loro modo di dominare il disordine ed evitare l’imprevisto. Così, quando un giorno a casa si presenta un ospite, nessuno vuole accoglierlo perché non compare in nessuna lista.
La famiglia Lista è un bellissimo libro illustrato per bambini e adulti; i testi sono di Kyo MacLear e i disegni di Júlia Sardà. La trama che ho barbaramente riassunto non rende giustizia alla bellezza del libro, che va ben oltre la storia. Io l’ho comprato a scatola chiusa e sono rimasto stregato.
Ma se liste e classificazione sono il tuo pane quotidiano – per lavoro, passione, o persino ossessione – allora La famiglia Lista sarà un’epifania. Un buon sistema di organizzazione dovrebbe infatti essere aperto, capace di “guardare avanti”. Non limitandosi a considerare soltanto gli oggetti attuali della collezione, ma anche quelli che potrebbe accogliere in futuro.
La felicità è… Una tassonomia per Snoopy
Voltiamo pagina e passiamo a un altro libro. Happiness Is a Warm Puppy è un celebre libretto di Charles Schulz, il papà dei Peanuts. Happiness Is Taxonomy: Four Structures for Snoopy è invece un articolo istruttivo e divertente di Katherine Bertolucci, esperta americana di tassonomie. Il titolo fa chiaramente il verso a quello di Schulz. È una case history del progetto sviluppato dall’autrice per Determined Productions, l’azienda che produce i gadget dei Peanuts (l’articolo è datato ma ancora attualissimo). Uno degli scopi principali della tassonomia era aiutare l’azienda a individuare nuove opportunità di mercato. Il risultato sembrerebbe sulle prime piuttosto bizzarro.
- Bambini
- Letto e bagno
- Libri
- Natale
- Decorazioni
- Bambole e pupazzi
- Elettronica
- Moda
- Statuette
- Giardino
- Oggetti per la casa
- Cucina
- Musica
- Ufficio
- Peluche.
Si tratta infatti di uno schema incoerente che impiega contemporaneamente criteri di suddivisione eterogenei: il tipo di gadget (libri, bambole ecc.), la destinazione (cucina, ufficio ecc.), i destinatari e così via. Tuttavia questa incoerenza è tale solo se decontestualizzata. Così, ad esempio, Bambole e pupazzi sono stati distinti da Peluche perché bambole e pupazzi erano un settore minore ma di potenziale crescita mentre i peluche erano una delle linee dominanti della produzione. Anche l’ordine delle classi segue un criterio: quelle con maggior potenziale di sviluppo sono elencate per prime; così, Bambole e pupazzi compare prima di Peluche.
Classificazione e innovazione
L’ospite inatteso porta inizialmente scompiglio nella famiglia Liszt, è un elemento di disturbo perché imprevisto. Ma in seguito, genera una rivoluzione positiva nel comportamento di tutti, un modo nuovo di guardare alle cose.
Classificare è stabilire una visone del mondo. Ogni forma di classificazione è anche una forma di innovazione, nella misura in cui aiuta a scorgere nessi nuovi. Se ben congegnato, non è soltanto uno strumento che fotografa il qui e ora, ma uno strumento dinamico che guarda avanti, mostrando relazioni altrimenti invisibili. (All’opposto, la classificazione può essere anche una forma di conservazione, se non addirittura di repressione: pensiamo a cosa avviene nei regimi totalitari). Se nella mia libreria colloco deliberatamente un libro come Gödel, Escher, Bach: Un’eterna ghirlanda brillante (che parla di logica, musica e molto altro) accanto a quelli di architettura dell’informazione, sto probabilmente affermando un nesso fra questi argomenti.
Nella knowledge organization, l’apertura di un sistema di organizzazione è detta ospitalità. L’ospitalità è la capacità di un sistema “di incorporare nuovi concetti e di istituire nuove relazioni semantiche e sintattiche tra le strutture esistenti e quelle nuove” (Literary warrant, Encyclopedia of Knowledge Organization).
Classificazione e etica
Sorting Things Out: Classification and Its Consequences, di Geoffrey Bowker and Susan Leigh Star, è un libro affascinante, situato al crocevia di sociologia, epistemologia e scienze dell’informazione. Ripercorre la storia di molti sistemi di classificazione – come la International Classification of Diseases, la Nursing Interventions Classification, la classificazione delle razze durante l’apartheid – per mostrare come la concezione del mondo plasmi ogni forma di classificazione e come la classificazione a sua volta retroagisca sul nostro modo di vedere la realtà.
Anzitutto vogliamo comprendere il ruolo che ha l’invisibilità nel modo in cui la classificazione regola l’interazione umana. Vogliamo capire come queste categorie sono rese e mantenute invisibili e, in alcuni casi, vogliamo sfidare i silenzi che le circondano. In questo senso, il nostro lavoro qui è quello di trovare strumenti per vedere l’invisibile […] Abbiamo un’agenda morale ed etica nel nostro interrogare questi sistemi. Ogni standard e ogni categoria valorizza un punto di vista e ne nasconde un altro. Questo non è una cosa negativa di per sé: è inevitabile. Ma è una scelta etica (Bowker e Star, Sorting Things Out: Classification and Its Consequences, p. 5).